Da secoli a Troina la devozione a San Silvestro è molto sentita, e ha il suo culmine in giugno, con una singolare manifestazione popolare.
Il giovedì notte, dopo una messa nella chiesa dedicata al Santo, numerosi troinesi – ne sono stati contati più di duecento – si incamminano nell’oscurità verso i sentieri di montagna che li porteranno nel cuore dei Nebrodi. Camminano tutta la notte, alla luce delle torce elettriche, tra botti e invocazioni al Santo, arrancando su per i sentieri più impervi, e l’alba li trova ancora lontani dalla meta.
Verso le nove del mattino arrivano a un “campo base”, dove sono stati preparati mucchi di legna da ardere e spazi per attendarsi: qui, coloro che hanno esaurito le forze si fermano, e tutti comunque fanno una sosta per rifocillarsi. Infine il gruppo dei “ramara”, quelli che andranno fino in fondo, prosegue fino a un dirupo – dove ci si deve calare con le corde – e raccoglie l’alloro, facendone scorta anche per quelli che non sono venuti fin lì.
L’alloro è la pianta sacra a San Silvestro, e il luogo dove viene colto è davanti alla grotta dove il corpo del Santo – dopo essere scomparso da quattro secoli – era stato ritrovato, miracolosamente intatto.
L’alloro, tra preghiere e invocazioni, viene portato al campo: si celebra sotto un albero la messa, e finalmente i ramara si prendono un meritato riposo. La sera, intorno ai fuochi, canti carni arrostite e vino creano l’atmosfera giusta per festeggiare degnamente la giornata.
L’alba del giorno dopo vede un grande fermento al campo, che viene smontato, mentre i ramara si avviano sulla strada del ritorno.
A Troina, intanto, sin dal primo pomeriggio parecchia gente si è radunata al ponte di Faidda, in attesa di scorgere i ramara di ritorno. Davanti alla cappelletta dedicata a San Silvestro, vicino al ponte, mazzi di fiori freschi.
Ed ecco, sulla lunga curva del colle che sovrasta il fiume Troina, compaiono le sagome di piccole figure in movimento, i primi che stanno tornando.
A poco a poco la fila di lontane figure che scendono si infittisce e avvicina: il primo ramara, con il volto segnato dalla fatica e un sorriso trionfante, porge un ramo d’alloro al primo troinese che incontra, poi depone altro alloro davanti alla cappelletta.
Così, dopo una marcia di oltre quaranta chilometri, finisce la devozione dei ramara. Che però, in realtà, costituisce soltanto il primo momento dei festeggiamenti per San Silvestro, perché la domenica dopo gli stessi ramara, questa volta vestiti a festa e con in testa la vara del santo, attraversano le vie di Troina in solenne processione.
Alessio Camusso